Appunti di politica energetica per le pubbliche amministrazioni

Gli indirizzi politici in chiave ambientale ed energetica dovranno sempre più convergere nella direzione della tutela del territorio. Una direzione intrapresa in ambito internazionale a partire dalla conferenza di Kyoto e in tutti i summit che sono stati fin qui tenuti. In questo contesto l’Unione europea ha approvato il pacchetto clima energia, cosiddetto del 20-20-20, in cui è stata affrontata la problematica relativa al riscaldamento globale dovuto all’effetto serra e all’immissione di anidride carbonica in atmosfera. Si è così attribuito ad ogni Stato membro (è ormai noto) il vincolo di obiettivi minimi di riduzione delle emissioni di CO2, di risparmio energetico e di produzione di energia da fonti rinnovabili al 2020.
Al settore pubblico, lo si è ribadito più volte, è assegnato il compito di svolgere un ruolo esemplare, mettere in atto politiche virtuose e raggiungere obiettivi ancor più ambiziosi rispetto a quelli assegnati al settore privato (compito sottolineato nuovamente anche nell’ultima direttiva europea sull’efficienza energetica, la 2012/27/UE). In questo contesto sono tante le misure che possono essere adottate dalle autorità locali e che ad oggi, spesso, rimangono disattese:
– Dotarsi di un contratto di fornitura di energia elettrica certificata rinnovabile per alimentare una percentuale minima dei consumi totali. Questo consente, di fatto, di annullare le emissioni di CO2 indirette dovute all’utilizzo di quella quota di energia elettrica consumata.
– L’adozione di una pianificazione urbanistica in grado di recepire i nuovi criteri energetici e ambientali, attraverso un Regolamento Edilizio Comunale che, anche approvando un allegato energetico-ambientale, recepisca la normativa nazionale in materia di contenimento dei consumi energetici in edilizia, in particolare il d.P.R. 59/2009, ed in materia di contributo minimo di produzione di energia da fonti rinnovabili, già contemplato nel d.lgs. 28/2011 ed in vigore dal 1 giugno 2012. Le case del futuro saranno a consumo zero o quasi-zero, in linea con la direttiva europea sulle prestazioni energetiche in edilizia (2010/31/UE) e con l’obiettivo al 2017 di arrivare ad edifici i cui consumi di energia termica siano coperti almeno per il 50% da fonti rinnovabili e in cui è fatta obbligo l’installazione di almeno 1 kW di potenza da fonte rinnovabile per ogni 50 metro quadro abitato.
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