Efficienza energetica nei regolamenti edilizi: anno zero per Crotone e Calabria.

Il 26 gennaio è stato pubblicato da Legambiente e Cresme il Rapporto Onre 2012 “I Regolamenti Edilizi comunali e lo scenario dell’innovazione energetica in Italia”. L’Onre, Osservatorio Nazionale sui regolamenti edilizi per l’efficienza energetica, ha analizzato diversi parametri energetico-ambientali introdotti nei regolamenti edilizi degli oltre 8000 comuni italiani, verificando come in molti di essi le amministrazioni più virtuose abbiano addirittura fissato paletti più restrittivi di quanto la normativa nazionale in materia abbia già fatto, normativa che i restanti comuni non ha ancora nemmeno recepito, ma che rimane cogente.
I parametri di sostenibilità considerati sono l’isolamento termico degli elementi edilizi, la prestazione dei serramenti, l’utilizzo di fonti rinnovabili, le tecnologie per l’efficienza energetica, la contabilizzazione individuale del calore, l’orientamento e la schermatura degli edifici, i materiali da costruzione riciclabili, il risparmio idrico e l’isolamento acustico.
Quello che è emerso è la solita Italia spaccata grosso modo in due tronconi: un Nord virtuoso e un Sud parecchio meno. Dal rapporto, infatti, si evince che i regolamenti sostenibili sono 855 e appare chiara la forte prevalenza nelle regioni del nord: è la Lombardia infatti a mostrare la quantità più elevata di Comuni virtuosi (227), seguita da Emilia Romagna (con 121), Veneto (con 87 Comuni) e Piemonte (68).
Per la Calabria, da agosto 2011, si può annoverare il primo comune virtuoso, Gasperina, in provincia di Catanzaro, che tuttavia lascia dietro di se il vuoto più totale e la prova di quanto gli enti locali della Regione siano del tutto insensibili alla tematica dell’efficienza energetica in edilizia. Si può, tuttavia, porre speranza ad una legge regionale dello scorso novembre che promette di obbligare i comuni ad adeguare i regolamenti edilizi alla sostenibilità energetico-ambientalei, ma ci sarà da attendere l’attuazione.
Tornando al contesto delle realtà comunali, anche Crotone e provincia sono ancora all’anno zero e a nulla stanno valendo gli sforzi messi in campo dalla Commissione Europea, che ha già promulgato due direttive sulla prestazione energetica in edilizia, il cui recepimento in Italia ha dato vita, tra le altre cose, agli attestati di certificazione energetica, e che promuove varie iniziative come il Patto dei Sindaci, con il quale gli enti si impegnano, su base volontaria, alla riduzione delle emissioni di CO2 di oltre il 20%, obiettivo raggiungibile attraverso un uso efficiente dell’energia anche per mezzo di un adeguamento dei regolamenti edilizi comunali.  Il settore civile in Italia, infatti, è responsabile di circa il 40% dei consumi totali di energia da cui le conseguenti emissioni di CO2. Se si vogliono rispettare gli impegni presi dall’Unione Europea sin dal protocollo di Kyoto, sottoscritti attraverso il pacchetto clima-energia, e un cui obiettivo è di ridurre entro il 2020 il 20% delle emissioni di CO2 e di conseguire un risparmio energetico del 20%, la pubblica amministrazione dovrebbe dare il proprio contributo, anzi, gli enti pubblici, sia per la normativa europea che italiana, sono obbligati a dare il buon esempio. Oltre all’aggiornamento dei regolamenti edilizi, le prove di come questo non avvenga sono molteplici, non ultimo l’obbligo vigente di redazione degli attestati di certificazione energetica per gli edifici pubblici con conseguente affissione ampiamente visibile della targa energetica, di modo che ogni cittadino possa conoscere i consumi dei propri immobili comuni.
Partecipare ad avvisi pubblici per la promozione di interventi di risparmio energetico e per impianti a fonti rinnovabili finanziati con fondi europei – lo abbiamo tutti saputo a colpi di comunicati stampa non meno di due mesi fa – è un passo nella direzione giusta, ma troppo piccolo. Occorre fare qualcosa di più coraggioso e di più strutturale. Ovunque ormai si è preso coscienza del problema del cambiamento climatico dovuto alle elevate emissioni di gas serra, anche in Calabria non può essere più ignorato.
In uno stato di fatto così amaramente configurato, non c’è da meravigliarsi se in un altro rapporto pubblicato pochi giorni fa dall’ENEA, il Rapporto annuale sull’efficienza energetica, si evince che i cittadini calabresi si sono avvalsi della detrazione fiscale del 55% per gli interventi di efficientamento energetico delle proprie abitazioni nella misura di circa lo 0,4% su base nazionale (la sola Lombardia arriva al 24%). Se gli enti pubblici non danno il buon esempio, non ci si può mica aspettare che venga dato dai loro cittadini. Lo dice anche l’UE.
Ing. Enrico Ninarello
Articolo pubblicato sul quotidiano online Crotone24news.it
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