Le politiche energetiche dei 9 candidati sindaco di Crotone

In vista delle elezioni amministrative del 5 giugno 2016 ho provato a sbirciare i programmi elettorali dei candidati sindaco per capire quali potrebbero essere le politiche energetiche che la prossima amministrazione ha intenzione di adottare nei suoi 5 anni di mandato a venire.

In questa sede mi soffermerò solo sulle questioni energetiche, in quanto di mia esclusiva competenza, e quindi sono lungi dal voler esprimere giudizi di carattere generale e complessivo su tutto il contenuto dei programmi, articolati in tante altre tematiche, spesso ritenute più urgenti, altre volte più critiche, altre ancora, purtroppo, semplicemente di maggior impatto mediatico.

Tuttavia l’aspetto energetico, seppur sottovalutato dall’opinione pubblica e generalmente relegato a discussione per addetti ai lavori, ha invece un suo impatto sia nella quotidiana amministrazione dell’ente attraverso gli importanti risparmi economici che si possono conseguire, sia per le ricadute ambientali sulla popolazione e sul territorio che quell’ente governa.

Veniamo quindi al dunque, in rigoroso ordine alfabetico, analizzando come ogni candidato sindaco ha affrontato la problematica.

ROSANNA BARBIERI. Il punto principale sull’energia è “l’adozione di un piano energetico comunale da integrare agli strumenti urbanistici”. E’ la prima volta che in un programma elettorale di centrosinistra a Crotone viene inserito quello che è un obbligo nazionale a partire dal 1991. Questi è uno strumento di pianificazione che si affianca al Piano Regolatore Generale e che comporta la misura dei consumi di energia della città, suddivisi per settori, l’analisi di questi dati e l’individuazione degli interventi di risparmio di combustibili tradizionali (petrolio, benzine, carbone, metano, ecc.), la promozione dell’utilizzo delle fonti rinnovabili e la riduzione delle emissioni di CO2.

E’ con il piano energetico che viene sviluppata la politica energetica cittadina sulla base dello stato di fatto, la cui conoscenza è fondamentale per determinare quali siano le azioni più opportune da intraprendere per raggiungere gli obiettivi stabiliti. Azioni che il programma non cita, a ragione, perché devono essere appunto frutto di uno studio preliminare di conoscenza specifica delle criticità dell’ente e del territorio.

All’interno del documento appare interessante anche lo “Sviluppo di software multipiattaforma per la gestione delle reti e dei sistemi”, un punto cruciale per la migrazione a Smart City. Basti pensare, se applicato all’energia, al monitoraggio trasparente dei consumi energetici o alla gestione della pubblica illuminazione con possibilità da parte del cittadino di segnalare guasti in tempo reale, ma l’ambito di applicazione è ben più ampio, complesso e interessante.

PIETRO INFUSINO. Il grosso della politica energetica è costituito dal “Local Content” da sottoscrivere con ENI. L’obiettivo è di “costituire una partnership con la multinazionale in favore dello sviluppo territoriale” che determini una “diminuzione del costo dell’energia in bolletta del 50% e l’erogazione del restante 50% della fornitura gas a prezzo di costo”. Si intende inoltre “completare la rete di metano estendendola ai quartieri in cui manca”.

In un passaggio successivo, nella sezione dedicata a rifiuti e raccolta differenziata, si afferma la volontà di utilizzare le fonti rinnovabili e l’idea, molto interessante, di “avviare attività didattiche e progetti per le scuole per la sensibilizzazione e l’approfondimento di tali tematiche”.

FABRIZIO MEO. Il “Progetto Pitagora” di Crotone Libera prevede un piano di principali interventi che per quanto concerne le strutture urbane prevede la “riconversione del sistema di illuminazione pubblica del centro urbano, contrade, frazioni e periferie finalizzato al risparmio energetico ed economico a favore delle casse pubbliche e dell’ambiente”.

Si intende puntare, inoltre, su “collegamenti urbani con mezzi pubblici che utilizzino tecnologie anti-inquinamento ed ecologiche per la trazione”. Ho fiducia che, laddove nelle “condizioni preliminari” si asserisce la volontà di una “redazione e adozione di un piano di strumenti urbanistici finalizzati ad una riqualificazione urbana e ad una migliore qualità della vita”, vi sarà spazio anche per una pianificazione energetica altrimenti assente.

DAVIDE PIRILLO. Nel punto 18 di un programma molto essenziale si afferma di prestare “sensibilità a tutte le tecnologie sperimentali e di nuova generazione di tutti i campi di applicazione, soprattutto in quello nel campo del risparmio energetico comunale”. Questo, spero, non esclude che, in caso di vittoria, ci sia la volontà di esplorare ulteriormente il tema ed adottare misure più complesse.

ANTONIO ARGENTIERI PIUMA. Il programma contiene un ampio riferimento alla direttiva europea sugli edifici ad “energia quasi zero”. Questo permette di introdurre il concetto secondo cui “il Comune dovrà quindi essere un propulsore di innovazione sostenibile, volta principalmente a ridurre consumi energetici e idrici”. Inoltre si aggiunge che “per attuare una politica di diffusione degli edifici ad energia quasi zero occorrerà risolvere alcuni problemi, quali i vincoli con i gestori delle infrastrutture energetiche locali, per poter programmare politiche energetiche a medio termine e rielaborare reti e sistemi locali di accumulo dell’energia”.

Tuttavia è noto agli addetti al settore che per la diffusione degli edifici ad energia quasi zero basta approvare un allegato energetico-ambientale al regolamento edilizio che recepisca la normativa italiana in vigore e che ha già recepito la direttiva su citata. Nel programma si continua affermando che “nell’amministrazione comunale servirà quindi un coordinamento trasversale tra lavori pubblici, attività produttive, ambiente, mobilità, politiche agricole con lo scopo di mettere in pratica il Piano di Azione dell’Energie Sostenibili del Patto dei Sindaci”.

È questa, a mio avviso, la parte più interessante. Infatti, anche se non è previsto un piano energetico comunale, si parla di PAES (Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile – un piano energetico molto semplificato), richiesto solo a valle dell’adesione del Comune al Patto dei Sindaci, iniziativa della Commissione Europea con il quale i Sindaci si impegnano a ridurre le emissioni di CO2 di almeno il 40% entro il 2030. All’interno dello stesso è contenuto un inventario di base delle emissioni (IBE), e quindi l’analisi dei consumi del territorio, in funzione del quale individuare le azioni necessarie per centrare l’obiettivo indicato dalla Commissione Europea. Per ottenerlo la Commissione ha istituito vari programmi di finanziamento direttamente legati all’adesione al Patto dei Sindaci. Un’ottima iniziativa che può dare accesso a dei fondi attraverso canali non convenzionali e del quale si ignora il motivo per cui sinora la precedente amministrazione comunale non abbia aderito.

UGO PUGLIESE. Nel nutrito e dettagliato programma si cita l’energia nel capitolo “Una città moderna”. Al suo interno si parla di sviluppo urbano sostenibile ed in particolare di “ammodernamento del sistema dei servizi pubblici (raccolta differenziata, decoro urbano, mobilità sostenibile, efficientamento energetico)”. Non è citata la volontà di adottare una pianificazione energetica, quindi si presume che siano già ben chiare le azioni da intraprendere, puntando esclusivamente sull’efficientamento energetico degli edifici e dei servizi, ma senza prima aver fatto una fotografia puntuale dello stato di fatto.

Nell’abbondante paragrafo dedicato all’ambiente non sono citate le fonti rinnovabili, ma si parla di un “piano di interventi” che si pone l’obiettivo di ricentralizzare l’intera area urbana “soprattutto attraverso la ridefinizione e la localizzazione di funzioni di rango attinenti le smart e green city”, mentre nel paragrafo dedicato a “La mobilità a misura di cittadino” ci si prefigge di “promuovere un nuovo sistema incentrato su trasporti pubblici a bassa emissione e su più piste ciclabili”, relegando sostanzialmente solo a questo settore gli obiettivi di riduzione delle emissioni di anidride carbonica.

GIANCARLO RIZZO. Il programma non cita espressamente l’energia. Ma volendola leggere lo stesso segnalo l’impegno per uno “sviluppo del territorio che deve essere progettato e gestito dal territorio”, di “creazione di progetti di sviluppo che integrino i diversi settori produttivi” con l’auspicio che le forze sociali diventino “agenti di sviluppo e protagonisti dei processi delle proprie aree” e la volontà “di rivolgersi ad esperti per convogliare verso questa terra interessi culturali, turistici ed economici”, tra cui, spero anche in tema di energia.

ILARIO SORGIOVANNI. Questo risulta essere l’unico programma in cui alla politica energetica vi è un paragrafo dedicato. All’interno vi sono vari spunti di interesse tra cui l’istituzione di un Ufficio Energia e la nomina di un Energy Manager, quest’ultima, come il piano energetico comunale, obbligatoria sin dal 1991 e che attualmente a Crotone non è stata posta in essere. L’idea dell’Ufficio Energia è interessante in quanto è un’esperienza già vissuta in varie parti d’Italia, quindi ormai consolidata, e che ha portato molti benefici soprattutto di risparmio energetico ed economico oltre che di gestione e controllo delle problematiche energetiche del territorio, che a Crotone non mancano.

Nel programma, inoltre, si sostiene che sarà demandato a tale Ufficio anche il compito di redigere il piano energetico comunale (di cui già si è parlato sopra), con una visione e pianificazione da qui ad almeno il prossimo decennio, e la stesura di un allegato energetico-ambientale al regolamento edilizio per recepire l’attuale normativa sulla prestazione energetica degli edifici (edifici a energia quasi zero), prevedendo premialità per i virtuosismi “al fine di promuovere le opportunità di lavoro nella green economy e nella blue economy”.
Tornando al programma, infine, il M5S dedica un altro paragrafo a parte ad una Crotone Smart City (città intelligente), “dove le tecnologie permettano una migliore gestione delle reti (elettriche, idriche, telefoniche e informatiche), per il risparmio di energia, la tutela all’ambiente, una efficiente mobilità, la digitalizzazione dei servizi pubblici e la valorizzazione dei punti di forza del nostro territorio”.

OTTAVIO TESORIERE. Nel punto 6 si dichiara di avere “diversi ambiziosi obiettivi di sviluppo sostenibile”. Nel testo si approfondisce esclusivamente il tema dei rifiuti e della raccolta differenziata, ma posso dare per buono che negli altri diversi ambiziosi obiettivi, magari da sviluppare anche successivamente ad un’eventuale successo, ce ne sia qualcuno anche riguardo l’energia che altrimenti, in questo programma è assente.

Conclusioni. In calce a questa carrellata, mi vorrei soffermare sul programma elettorale dell’amministrazione uscente. Al punto 13, “La Casa dell’Energia”, proposto dall’allora candidato sindaco Peppino Vallone, si dichiarava l’intenzione di “fornire a ciascun cittadino, ai condomini ed alle imprese una ‘cassetta degli attrezzi’ cioè strumenti e informazioni per diventare una comunità sostenibile ed energeticamente autosufficiente. Interventi ed incentivi per favorire la produzione diretta di energia da fonti rinnovabili. Interventi per l’efficienza ed autonomia energetica su edifici pubblici, scuole e impianti sportivi. Adozione di un regolamento edilizio per agevolare il risparmio energetico e l’impiego di fonti rinnovabili per riscaldamento, raffrescamento, produzione acqua calda e illuminazione. Adeguare la Casa Comunale agli standard più elevati stabiliti dal regolamento.

Se si esclude il conseguimento di fondi europei POR-FESR dedicati all’energia ed erogati dalla Regione Calabria, a cui hanno avuto la possibilità di accesso tutti i comuni della regione, e che hanno permesso o permetteranno l’adeguamento di alcuni punti luce dell’illuminazione pubblica, l’installazione di qualche impianto fotovoltaico su edifici pubblici e la riqualificazione energetica di alcun altri di essi, tra cui la Casa Comunale, quasi tutte le intenzioni sono state disattese.

Voglio evidenziare che tali fondi, sebbene ottenuti a valle di una partecipazione ai bandi risultata vittoriosa, per cui occorre complimentarsi con gli uffici tecnici, sono praticamente piovuti dall’alto e le azioni che hanno permesso di intraprendere non hanno seguito un iter di pianificazione e programmazione energetica di cui si sarebbe dovuta dotare l’amministrazione. Si e trattato quindi più di opportunità colte che di volontà realizzate.

Questo dimostra la scarsa attenzione al tema che finora la politica cittadina ha dimostrato quando poi si è messa a lavoro al di là delle buone intenzioni dichiarate in campagna elettorale.

Voglio concludere sottolineando che questo articolo non si prefigge di favorire una parte politica piuttosto che un’altra, ho operato da tecnico e mi scuso se mi sarà sfuggita qualcosa. Vorrei, invece, che il prossimo Primo Cittadino e la sua squadra di governo ne prendano spunto per sintetizzare quanto di meglio la nostra comunità ha saputo mettere sul tavolo riguardo questo tema, e nel complesso gli spunti interessanti sono tanti. Buon lavoro.

Ing. Enrico Ninarello – Esperto in Gestione dell’Energia
www.studioninarello.itenrico.ninarello@gmail.com

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