Un impianto di riscaldamento è quel complesso di elementi e di apparecchiature atti a realizzare e mantenere in determinati ambienti valori della temperatura che siano di confort per gli occupanti degli ambienti stessi.
Essi consentono di controllare solo la temperatura dell’aria nell’ambiente riscaldato; non sono controllate l’umidità relativa (che tende a diminuire all’aumentare della temperatura dell’aria), la temperatura media radiante (anche se, col passare del tempo, la differenza di temperatura tra le pareti e l’aria tende a diventare trascurabile) e la velocità dell’aria.
I componenti principali sono:
– elementi terminali o corpi scaldanti;
– rete di distribuzione dell’acqua calda;
– vaso di espansione;
– pompa di circolazione;
– generatore di calore.
Fig.1 Schema semplificato di impianto. L’acqua presente nella rete di distribuzione circola, per mezzo di una pompa, all’interno del generatore di calore, dove viene scaldata ed inviata agli elementi terminali che scambiano calore con l’aria ambiente, mantenendone la temperatura al valore di progetto.
Il vaso di espansione presente nel circuito serve ad assorbire le dilatazioni termiche dell’acqua dalle condizioni di volume minimo, ad impianto spento, a quelle di volume massimo, ad impianto acceso.
Elementi terminali o corpi scaldanti.
Hanno il compito di fornire all’ambiente da riscaldare l’energia termica necessaria a soddisfare il carico termico.
Negli impianti di riscaldamento i tipi di elementi terminali sono:
– radiatori;
– ventilconvettori;
– pannelli radianti.
I radiatori sono ancora gli elementi terminali più diffusi; sono alimentati quasi esclusivamente ad acqua calda, con una temperatura di ingresso di circa 75÷85°C.
I radiatori scambiano calore principalmente per irraggiamento ed in misura minore per convezione.
Ventilconvettori
Sono costituiti da un carter metallico contenente un filtro, una batteria alettata rame-alluminio e un ventilatore a più velocità.
Normalmente la struttura esterna è di forma parallelepipeda e provvista di due aperture: una in basso per l’ingresso dell’aria da riscaldare ed una in alto per la fuoriuscita dell’aria calda.
Se è presente un sistema per la raccolta della condensa, il ventilconvettore può essere impiegato anche per il raffrescamento.
Sono commercializzati nel modello verticale (a pavimento) e nel modello orizzontale (a soffitto), con o senza mobiletto.
Possono funzionare a tutt’aria di ricircolo oppure mediante una serrandina che consente l’immissione di aria esterna, fino ad un 30% circa della portata totale.
– continua – in edizione –
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