Tassa climatizzatori? No, adempimento.

Tassa climatizzatori. L’eventuale tassa sui climatizzatori è una bufala. La tassa è un contributo dovuto allo Stato e non è stata assolutamente introdotta. Nulla dobbiamo dare allo Stato per i nostri condizionatori, questo deve essere chiaro. L’adempimento introdotto, invece, è reale e si tratta di un obbligo relativo al controllo e alla manutenzione dei condizionatori che è in vigore sin dal 27/06/2013 con la pubblicazione del DPR 74 del 16 aprile 2013. Il motivo per cui fino ad ora non se ne è parlato è che spetta agli enti locali recepire la normativa e “introdurcela”.Premesso che, ogni condizionatore, al di là della potenza, dovrebbe essere sottoposto a manutenzione periodica, come per esempio pulizia dei filtri (anche solo per la salubrità dell’aria immessa in ambiente) oltre che al mantenimento dell’efficienza energetica nominale secondo quanto suggerito dalla casa madre, il decreto approvato, che recepisce una direttiva europea, dispone che gli impianti con potenza maggiore di 12 kW debbano essere sottoposti a controllo e manutenzione periodica.
I 12 kW, lo sottolineo in quanto ho notato che sui social network si è fatta molta confusione, non sono elettrici, ma termici, quindi chiunque pensasse che la potenza massima da poter impegnare in una classica abitazione sia di 3 kW, e quindi che sia impossibile arrivare a 12 kW, deve invece tener conto che i kW termici erogati da una pompa di calore non corrispondono con quelli elettrici. Infatti tutto dipende dal EER (Energy Efficience Ratio) che si riferisce al raffescamento o al COP (Coefficient Of Perfomance) che si riferisce al riscaldamento: una pompa di calore di 3,2 kW termici in riscaldamento o 2,5 in raffrescamento potrebbe richiedere anche solo 0,8 kW.
Inoltre, i climatizzatori non sono necessariamente azionati contemporaneamente, quindi non ha senso fare calcoli sulla potenza elettrica totale impegnata: potrei avere anche 5 climatizzatori che mi impegnano 1 kW ognuno, ma se ne accendo solo due per volta non ho problemi con lo stacco del “contatore”, tanto temuto.

La legislazione non chiarisce poi, se la potenza di cui tener conto è quella in raffrescamento o riscaldamento, quindi prendo per buona, e in via cautelativa, quella per riscaldamento.
Inoltre, attenzione, perché tale potenza non è riferita al singolo climatizzatore, ma alla somma delle potenze dei generatori che possono essere utilizzati contemporaneamente. In buona sostanza alla somma delle potenze di erogazione dei climatizzatori installati.
Cosa significa? Nessun allarme per chi ha due o tre climatizzatori in casa, per chi ne abbia di più, invece, è necessario controllare i kW in riscaldamento (e non i BTU/hr che sono indicativi) e sommarne la potenza. Con quattro condizionatori si rischia già di essere nella soglia di “adempimento”.
Per chi, per esempio, ha 4 condizionatori da 3,2 kW (solitamente indicati con una potenza pari a 9000 BTU/hr) l’adempimento è cogente.

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