Una Crotone poco “green” nel rapporto 2012 sugli indicatori ambientali dell’Istat

Articolo scritto da Enrico Ninarello e pubblicato su Crotone24news.it
In uscita con cadenza annuale, anche per quest’anno l’Istat ha pubblicato il Rapporto sugli indicatori ambientali relativo ai dati del 2011 con un’approfondita analisi delle politiche attuate dalle città capoluogo di provincia. In questa speciale classifica ancora una volta emergono più che mai le differenze tra un Nord virtuoso e attento alla sostenibilità ambientale e un Sud che si distingue, con eccezione di pochi comuni, per insensibilità politica a talune tematiche. In questo contesto la città di Crotone non si è certo risparmiata alla causa meridionale per la conquista della bandierina nera.
E così ad esempio in tema di rifiuti a Crotone l’istituto nazionale di statistica registra una quota di raccolta differenziata pari al 19,7%, al 92mo posto nella classifica dei capoluoghi italiani. Ad esclusione della raccolta del vetro (33,2%) e della raccolta di organico-verde-legno (37,5%), va peggio se si entra nel dettaglio:  5,4% di raccolta della carta, 2,6% di plastica, 0% di metallo e 0% di raccolta selettiva (pile esauste, accumulatori, farmaci, ecc.).
Non risultano migliori gli indicatori riguardo l’energia. Se i consumi di gas (101 m3 per abitante) sono tra i più bassi d’Italia, stessa cosa non può dirsi per l’energia elettrica: 2.590 kWh per utenza contro una media nazionale di 2.348. Ma in tema di energia sono le politiche dell’ente comunale che destano la maggior preoccupazione: nessun impianto fotovoltaico  su edifici pubblici e, tra l’altro, il Comune di Crotone non risulta tra i beneficiari di un avviso pubblico POR FESR Calabria che ha finanziato impianti fotovoltaici a circa 270 comuni della regione, e assenza di un piano energetico comunale, nonostante la normativa vigente ne preveda l’obbligo per i comuni sopra i 50.000 abitanti.
E in materia di piani strategici, quello energetico non è l’unico mancante. L’Istat riporta l’assenza anche di un piano per la zonizzazione acustica anch’esso previsto per legge con lo scopo di definire per ogni zona un limite alla rumorosità ambientale prima che un limite a tutela del disturbato. La poca sensibilità verso questo tema, del resto, emerge anche confrontando le campagne di monitoraggio del rumore, assenti a Crotone: a titolo di esempio a Catanzaro nel 2011 ne sono state redatte 20.
Tra i piani strategici presenti si annovera il piano urbano del traffico, tuttavia presente in 95 capoluoghi, quindi consuetudine abbastanza consolidata tra le amministrazioni. Proprio in ambito trasporti emerge un dato interessante ma che sottolinea la difficoltà che vive il nostro territorio: oltre ad avere un tasso di motorizzazione tra i più bassi (562 auto ogni 1.000 abitanti, contro una media nazionale di 614) si rileva che il tasso di auto euro 0, euro I, euro II e euro III è al di sopra della media  nazionale (353,6 auto ogni 1.000 abitanti contro 325,8), mentre è ampiamente al di sotto il tasso di auto euro IV e euro V (208,1 auto ogni 1.000 abitanti contro 289,7). Come dire: il nostro parco autovetture è uno dei più vetusti.
L’Istat ha anche monitorato i dati relativi ad acqua e aria. Per quest’ultima le rilevazioni effettuate a Crotone sono assenti , mentre per l’acqua il dato più interessante riguarda il consumo, 218 litri per abitante al giorno, che ci permette di collocarci tra i cittadini più spreconi d’Italia, la cui media si attesta a 175 litri per abitante al giorno. Ma sfogliando i dati forniti dall’Istat ci si imbatte in un’altra nota dolente: solo l’80% della Popolazione residente nel comune è connessa a impianti di depurazione.
Ultimo tema d’interesse trattato nel rapporto riguarda l’eco-management della pubblica amministrazione e in sequenza si scopre che: nessuna politica di pianificazione e partecipazione ambientale è stata approvata entro il 2011; nessuna autovettura in dotazione all’ente è elettrica o a metano o a gpl; gli uffici comunali non fanno raccolta differenziata di toner, plastica o altro, ma solo di carta; l’ente non si è dotato di alcuna certificazione ISO14001 o registrazione EMAS; le 2000 risme di carta acquistate sono tutte non eco-compatibili (ovvero non provenienti da riciclo o non derivate da foreste gestite in modo compatibile); in merito all’attuazione del green public procurement, il mezzo a disposizione della pubblica amministrazione per poter scegliere quei prodotti e servizi che hanno un minore, oppure un ridotto, effetto sulla salute umana e sull’ambiente rispetto ad altri prodotti e servizi utilizzati allo stesso scopo, nessun criterio ecologico nelle procedure di acquisto di cancelleria, articoli per pulizia, servizi energetici e materiali edili, ma solo per apparecchiature elettroniche e arredamenti e infine nessun acquisto di prodotti del commercio equo e solidale.
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