I compiti dell’Energy Manager

Di seguito si riportano a titolo esemplificativo, e non esaustivo, i compiti del responsabile per la conservazione e l’uso razionale dell’energia (Energy Manager):

  • Analizzare i consumi differenziati (sulla base dell’analisi di tutte le bollette mensili) sia per vettore energetico (energia elettrica, metano, gasolio, carburanti per autotrazione) che per centro di costo (pubblica illuminazione, impianti idrici, scuole, uffici, cimiteri, semafori, parco veicoli, ecc.).
  • Predisporre un bilancio energetico annuale per avere una istantanea dei consumi propedeutica per confrontare i dati annuali di volta in volta e verificare la congruità di eventuali aggravi di spesa (laddove presenti), i risparmi conseguiti (attesi o meno), ed individuare eventuali criticità su cui ragionare successivamente con l’amministrazione per poter intervenire al fine di conseguire sempre maggior risparmi, anche in virtù dei fondi disponibili agli investimenti necessari allo scopo.
  • Seguire tutti i contratti di servizio energia  in qualità di tecnico di controparte per cercare di garantire le migliori condizioni sul soddisfacimento del contratto a beneficio dell’ente. Per esempio, oltre ad assumere in prima persona un’interazione diretta con il project manager (o del soggetto facente funzione)  del fornitore al fine di perseguire l’esclusivo interesse del Comune, verificare il rispetto del capitolato in tutte le sue parti (anche laddove finora disattese) dando particolare enfasi al rispetto della normativa tecnica di riferimento, per esempio come sulla pubblica illuminazione attraverso prove illuminotecniche atte al rispetto di valori richiesti per l’illuminamento, luminanza e l’intensità luminosa, in funzione della tipologia di strada.
  • Proporre azioni di efficientamento energetico degli edifici e degli impianti, o, nel caso questi fossero già programmati o si disponesse già delle somme per attuarli, suggerire i migliori investimenti in rapporto ai costi e benefici, nonché al miglior tempo di ritorno di ogni singolo investimento. Questo produrrebbe i massimi risultati con la minor spesa, il cui resto potrebbe essere eventualmente riassegnabile ad altre azioni, o, ancora, maggior risultati a fronte della stessa spesa.
  • Sulle azioni precedentemente attuate, laddove la normativa lo consente, poter accedere ai titoli di efficienza energetica al fine di conseguire ulteriori economie.
  • Segnalare bandi in merito all’efficienza energetica e predisporre la documentazione, per quanto di propria competenza, utile all’aggiudicazione degli stessi (audit o diagnosi energetica, certificazione energetica, ecc.).
  • Monitorare, laddove esistenti, la reale produzione degli impianti di energia da fonti rinnovabili. Tali impianti, infatti, devono essere controllati in maniera costante per far si che inconvenienti, non rari, possano mettere a rischio l’intera o parziale produzione e arrecare danno agli introiti o alle spese non sostenute che da essi se ne conseguono.
  • Rinegoziare i contratti di fornitura di energia (elettrica, metano, carburanti fossili, ecc.) laddove possibile, se non attraverso Consip, tramite bandi di gara ad hoc con condizioni economiche migliorative rispetto alle condizioni ottenute dalla stessa Consip.
  • Verificare che i progetti degli edifici pubblici del Comune siano dotati della relazione tecnica sul contenimento dei consumi energetici (cosiddetta relazione tecnica ex-legge 10), che questa sia conforme nella forma, ma soprattutto nel contenuto a quanto disposto dal d.lgs. 192/2005 in merito alla prestazione energetica degli edifici e apporre alla stessa, come previsto da legge, l’attestazione di verifica sull’applicazione del suddetto decreto. La pubblica amministrazione, infatti, ha l’obbligo di rappresentare un esempio per i cittadini. In questo contesto è necessario anche predisporre un piano per la redazione della certificazione energetica degli edifici dell’ente, per i quali vige l’obbligo di apporre in ingresso e visibile in pubblico la relativa targa energetica.
  • Assicurarsi che tutti gli obblighi in merito alla manutenzione e ai controlli degli impianti termici di proprietà comunale siano rigorosamente rispettati attraverso ditte abilitate (sia dalla CCIAA che dalla Regione di competenza) e scongiurare responsabilità (civili e penali), che, sulle eventuali inadempienze, insistono unicamente sul Sindaco.
  • Programmare una pianificazione a lungo termine della politica energetica cittadina, incidendo sul piano strutturale comunale e/o sulle scelte urbanistiche dell’amministrazione attraverso la predisposizione di un piano energetico comunale ed essere di ausilio alla redazione di piani come il piano urbano del traffico, il piano del verde urbano, il piano regolatore dell’illuminazione comunale, il piano della mobilità sostenibile, ecc.
  • In merito a quanto al punto precedente l’Energy Manager assume il ruolo di coordinatore del Patto dei Sindaci per l’Energia ed il Clima, iniziativa promossa dalla Commissione Europea per promuovere l’impegno dei Sindaci a ridurre le emissioni di CO2 di oltre il 40% entro il 2030 all’interno di una rete virtuosa che oggi coinvolge oltre il 7.750 municipalità dell’Unione Europea che hanno fatto rete, con incontri (anche a Bruxelles) e scambi di “best practices” che permettono di partecipare in partnership ai difficilissimi bandi sui fondi europei diretti.
  • Promuovere azioni di sensibilizzazione e informazione della cittadinanza e di tutti i portatori di interesse in accordo con l’amministrazione attraverso manifestazioni (anche fieristiche), incontri pubblici e convegni, o la formazione dei principali attori del settore (professionisti, dirigenti e dipendenti comunali) attraverso seminari o corsi ad hoc (fuori compenso).
  • Predisporre le basi per la redazione di un allegato energetico-ambientale al regolamento edilizio urbano edilizio che recepisca, a vantaggio dei professionisti del territorio e senza ambiguità, l’attuale spinosa normativa sulla prestazione energetica degli edifici, sia in merito alle nuove costruzioni, ma anche per le riqualificazioni energetiche e le ristrutturazioni parziali e totali degli edifici. Ma soprattutto, per promuovere l’uso di pratiche di eccellenza, nel caso di edifici che migliorino le prescrizioni di legge, e prevedere premialità come la concessione di maggiori volumetrie edificabili o sgravi sulle imposte comunali riconducibili all’edificio oggetto del merito.
  • Preparare le basi per la transizione della città a “smart city”, promuovendo e collaborando a progettare un portale energetico per la cittadinanza e gli operatori del settore, una pubblica illuminazione telegestita e telecontrollata, un catasto energetico comunale online, la condivisione con la cittadinanza dei dati e delle statiche ambientali, ecc.

E’ doveroso sottolineare che quanto sopra esposto, per molti punti, potrà essere messo a frutto solo a fronte di una volontà politica forte, convinta e costante nel corso di diversi anni (nei quali si determineranno altre esigenze via via da esplorare), non certo nel singolo. La figura dell’energy manager, infatti, per quanto detto, ma anche per come pensata e descritta dal legislatore, nonché dalla letteratura in materia e l’esperienza messa in campo in tante altre realtà comunali, dovrebbe essere perpetua e giammai estemporanea.