Quali orizzonti con la nuova direttiva europea sull’efficienza energetica?

Articolo di Enrico Ninarello tratto da Ediltecnico.it.
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Nei giorni scorsi Parlamento e Consiglio europeo hanno raggiunto un accordo sulla nuova direttiva sull’efficienza energetica che andrà ad abrogare e sostituire le precedenti direttive  2004/8/CE e 2006/32/CE. L’esigenza di una nuova direttiva nasce dal fatto che le stime più recenti della Commissione, che tengono conto degli obiettivi nazionali di efficienza energetica per il 2020 fissati dagli Stati membri nel contesto della strategia Europa 2020, indicano che nel 2020 l’Unione europea raggiungerà soltanto la metà dell’obiettivo del 20%.
Si deve, quindi, dare un incisivo impulso all’efficienza energetica attraverso una nuova e più ambiziosa strategia traducendo in misure vincolanti alcuni aspetti del Piano europeo per l’Efficienza Energeticaapprovato nel marzo del 2011, in particolar modo nell’ambito della fornitura e dell’uso dell’energia.
“L’efficienza energetica costituisce il metodo più economico, efficace e rapido per aumentare la sicurezza dell’approvvigionamento nonché per ridurre le emissioni di gas serra responsabili dei cambiamenti climatici”, non a caso sempre più spesso si sente parlare di una nuova unità di misura, il negaWatt, il Watt che viene risparmiato. Si ritiene, dunque, che un nuova tabella di marcia non solo può aiutare  l’Unione europea a “conseguire e persino a superare i suoi obiettivi in materia di riduzione dei gas serra”, ma può “rendere l’economia più efficiente sotto il profilo energetico” e può inoltre “avere effetti positivi sulla crescita economica e la creazione di posti di lavoro”.
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